Prof. Avv. NEVIO BRUNETTA – DELITTO DI GARLASCO: INTERVIENE IL MINISTRO NORDIO: “IRRAGIONEVOLE NON AVER RIFATTO IL PROCESSO”

Delitto di Garlasco: interviene il ministro Nordio: “Irragionevole non aver rifatto il processo”
Intanto la difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni, chiede nuove analisi su tracce e impronte. Il punto sulle nuove indagini.
Senza entrare nel merito della complessa vicenda giudiziaria che ha coinvolto Alberto Stasi, ed ora altre persone,- indagate e non-, il nodo gordiano, a mio avviso, attiene alla tipologia di giudici che compongono la Corte d’Assise nel giudicare gravi delitti, tra cui reati di sangue (omicidi, anche aggravati) e contro la sicurezza dello Stato (delitti di terrorismo ecc. ecc.).
Notoriamente, essa si compone di due giudici togati e sei giudici popolari.
Ed è proprio a questi ultimi che la riforma dovrebbe ambire per una modifica dell’art. 102, comma 3, della Costituzione Repubblicana.
Allo stato delle cose, rispetto a quello che accadeva in passato, le indagini per l’accertamento dei reati sono più sofisticate e la stessa istruttoria dibattimentale impone accortezza e professionalità che non possono essere assolte, pur con tutta la buona volontà, dai giudici popolari.
In questo contesto, non è da escludere che, alla fine di un processo instaurato per gravi reati, quando i giudici si riuniscono a deliberare in camera di consiglio, ai due giudici togati competono incombenze maggiori, che non possono essere condivise o ripartite tra i giudici popolari. A mio avviso, la garanzia di stabilità del giudicato può essere assolta solamente dai giudici togati, dotati di maggiore competenza e professionalità, fermo il rispetto dei tre gradi del giudizio, due di merito e uno di legittimità, a tutela dei diritti delle parti e, soprattutto, in ossequio al principio costituzionale e inviolabile della presunzione di innocenza dell’imputato.
Avv. in utroque iure Nevio Brunetta
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