ABUSI IN AMBITO SETTARIO: SEMPRE MAGGIORI GLI ALLARMI IN TUTTA EUROPA, E NON SOLO
Il crescente allarmismo suscitato in tutto il Vecchio Continente da numerosi abusi avvenuti in ambito settario, sia religioso che non, sta portando ormai da tempo ad una sempre maggior attenzione delle istituzioni dei vari paesi europei verso l’operato di gruppi non sempre dei più noti e talvolta neppure caratterizzati da una già pregressa fama d’irregolarità od opacità.
In Norvegia, per esempio, lo scorso mese il Tribunale Distrettuale di Oslo ha condannato i Testimoni di Geova, setta ampiamente nota e diffusa a livello internazionale, che avevano fatto causa allo Stato dopo essere stati privati dei finanziamenti pubblici. In passato ne beneficiavano, finché non erano emerse prove schiaccianti riguardo la loro pratica d’ostracizzare gli ex membri. Tale pratica, solitamente molto diffusa anche in altre sette, veniva condotta anche sui minori, comportando secondo la legge norvegese “gravi violazioni dei diritti e delle libertà altrui”. Secondo il giudice Ole Kristen Øverberg infatti “Mediante la politica e la pratica dell’ostracismo i Testimoni di Geova incoraggiano l’esclusione dei membri che si sono dissociati o sono stati disassociati, in modo che, con poche eccezioni, costoro siano esposti all’isolamento sociale dai restanti membri della comunità religiosa”.
Di quest’ultimi giorni, invece, sono le iniziative condotte in Francia, ad esempio con un video pubblicato dal governo per sensibilizzare maggiormente il pubblico sui pericoli costituiti dalle varie sette, di cui tutto il paese è tanto costellato quanto prolifico. Ciò avviene in conformità con la strategia nazionale di lotta alle derive settarie lanciata nel novembre dello scorso anno con un iter ed obiettivi per il futuro ben descritti nei portali istituzionali. Probabilmente proprio a causa di questa crescente emergenza sociale, in Francia la legislazione in materia è molto più sensibile, aggiornata e dettagliata di quella italiana o di altri paesi, il che ne fa certamente un buon esempio da seguire pure per le nostre istituzioni.
Non è dopotutto un mistero che i recenti casi di cronaca a sfondo settario avvenuti nel nostro paese (dall’omicidio plurimo di Altavilla Milicia alla sempre recente lapidazione per fanatismo religioso di Roma, fino poi alle quotidiane e piuttosto “pecorecce” visioni divine, con finti miracoli ma reali rapine a danno di tanti sprovveduti fedeli: non c’è solo la santona di Trevignano, e il Vaticano mira da tempo a porre un maggior freno pure a questi pericolosi impostori) abbiano alimentato una maggior sensibilità sul tema, inducendo anche la politica a muovere qualche passo in più. Negli ultimi giorni, per esempio, sono state presentate da parlamentari del Movimento 5 Stelle un’interrogazione e una proposta di legge, sulla spinta oltre che del risonante caso di Altavilla Milicia pure del non meno noto e grave caso di Roberta Repetto e del Centro Anidra. L’auspicio è che anche altri parlamentari, d’altri partiti presenti in Parlamento, si facciano avanti a loro volta. La contemporanea apertura di una nuova commissione parlamentare d’inchiesta sul Forteto, altra comunità settaria che fu teatro di gravi abusi su minori, sarà in questo senso un rinnovato banco prova dopo i precedenti, non sempre dei più felici.
Un altro auspicio riguarda invece la nostra Magistratura, che in passato seppe fornire sentenze importanti, ma che poi ha assunto una linea giudicata fin troppo garantista dalle vittime dei tanti “casi settari”, dal Forteto allo stesso Anidra. Sarà opportuno che essa tuteli maggiormente le vittime, applicando una legislazione arricchita e modernizzata rispetto a quella presente, e perché ciò avvenga sarà compito del Parlamento fornirle gli strumenti normativi giusti: come già abbiamo detto in altri casi, l’assenza del reato di plagio (abrogato nel 1981), insieme alle lungaggini del sistema giudiziario nazionale, fa sì che anche per i casi settari la certezza della pena sia un miraggio.
Non è in ogni caso solo in Europa, di cui abbiamo fornito giusto qualche esempio (potremmo, volendo, citare anche gli scandali recentemente avvenuti in ambienti religiosi della Svizzera, dell’Austria o della Germania, o ancora in Inghilterra, e via dicendo), che sale sempre più l’attenzione riguardo l’operato dei vari gruppi settari: in Giappone è da tempo lotta dura contro la Chiesa dell’Unificazione, i cui beni sono stati sottoposti a controllo pubblico dai magistrati dopo numerose irregolarità, non soltanto fiscali, mentre l’attenzione delle autorità ha cominciato ad allargarsi anche ad altre corporazioni religiose che, in quanto “dormienti”, potrebbero venir “riesumate” all’apposito scopo di farne degli insospettabili canali per l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro.
Come i nostri lettori potranno vedere, l’attenzione verso la pericolosità costituita dai vari movimenti settari accomuna le istituzioni di buona parte del mondo, a cominciare da paesi, come quelli elencati in quest’articolo, che agli occhi di tutti rappresentano delle perfette ed esemplari “democrazie”. Insomma, il contrasto a sette e gruppi ad esse riconducibili non è prassi unicamente delle “dittature” o delle “autocrazie”, come va oggi di moda chiamarle, ma anche delle più avanzate democrazie.
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