MESSO DA PARTE DOPO CHE MI FECI CRESCERE LA BARBA

Patrick: Anche la barba era troppo: il mio risveglio da una vita all’interno dei Testimoni di Geova
La mia storia è piuttosto “ordinaria” rispetto a tante altre.
Pochi giorni dopo la mia nascita, due Testimoni di Geova sono arrivati a casa dei miei genitori. Da bravi venditori, hanno capitalizzato sul più grande bisogno genitoriale: garantire al loro figlio il miglior futuro possibile. Mia madre, 27 anni, ha iniziato a studiare, e poi anche mio padre a 28 anni. Si sono battezzati nel ’94, quando avevo appena 5 anni. Completamente risucchiati dall’organizzazione dei testimoni di Geova e dalla comunità, hanno buttato via tutto ciò che “del mondo” avevano in casa (dischi, libri, soprammobili regalati da parenti che potevano avere problemi con l’occulto). Hanno perfino venduto la TV e mi hanno cresciuto solo con incontri con altri testimoni di Geova, storie bibliche e prediche ogni giorno, nella convinzione di educarmi nel modo migliore in un ambiente sano e cioè quello della congregazione dei testimoni di Geova. Ovviamente, i problemi sono iniziati alle scuole elementari, perché questo alieno (e cioè io) non celebravo le feste ma recitavo a memoria i passi della Bibbia. Ero una grande spina nel fianco perché credevo di essere migliore di tutti gli altri che non erano testimoni di Geova.
Dopotutto, quale opinione poteva avere un bambino cresciuto con la convinzione che solo i Testimoni di Geova sarebbero stati salvati ad Armagheddon [questo è l’insegnamento dell’organizzazione sul giudizio finale di Dio] e che quindi tutti gli altri non testimoni di Geova non fossero altro che morti viventi? Ovviamente, i miei compagni di scuola non sono stati gentili con me a causa del mio atteggiamento: quei 5 anni di scuola elementare sono serviti a farmi cadere dal piedistallo sul cui credevo di essere. L’atmosfera in casa a volte non era delle migliori, ma a parte questo, i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla.
Ho trascorso un’adolescenza “normale” (ma non ho potuto vivere serenamente le prime esperienze sessuali tipiche dell’adolescenza, occasioni che purtroppo non avrò mai…) Ero costantemente circondato da amici rigorosamente della stessa fede, come richiedeva la dottrina (menomale che all’epoca, c’era un bel gruppo di ragazzi e ragazze in congregazione). Sono stato battezzato a soli 13 anni.
Non mi sono mai laureato, nonostante gli insegnanti mi spingessero in quella direzione, in primo luogo perché il mio primo pensiero era quello di costruire la mia indipendenza, e in secondo luogo perché l’istruzione universitaria era fortemente scoraggiata dall’organizzazione. Ho iniziato subito a lavorare a tempo pieno, nonostante le pressioni degli anziani e degli amici benintenzionati, che non si sono mai risparmiati nel dispensarmi consigli volti a farmi “crescere spiritualmente” e a mettermi davanti obiettivi spirituali che non ho mai voluto coltivare..
Ho sempre pensato che la cosa più importante fosse essere autosufficienti, e che questo sarebbe stato il fondamento di tutto il resto. Da un lato, ho sempre avuto un atteggiamento “ribelle”, essendo sempre stato uno sfidante dell’autorità nella congregazione: il mio motto, quando qualcuno mi dava un consiglio, è sempre stato: “Dov’è scritto??” (e molto spesso non era scritto da nessuna parte…).
Dall’altro lato, ho sempre creduto nelle dottrine dei Testimoni di Geova, non avendo avuto né la spinta né l’opportunità di informarmi diversamente né di leggere la Bibbia con spirito critico. Diciamo che ho sempre “galleggiato”, facendo il minimo indispensabile nella congregazione per non essere rimproverato troppo severamente, ma non abbastanza per essere lodato.
C’era sempre qualcosa che non andava: i concerti a cui andavo, il lavoro a tempo pieno, la mia auto. Mi piaceva avere cose di qualità che durano nel tempo: e per questo venivo etichettato come materialista. Che dire delle amicizie in congregazione? Si dice che tutti i fratelli sono uguali, ma, in realtà, alcuni fratelli sono “più uguali” degli altri. Il mio gruppo di amici nella congregazione veniva snobbato dal gruppo dei pionieri, che erano ovviamente più spirituali di noi a detta di tutti. A 23 anni, io e mia moglie ci siamo sposati. Non sono mancate critiche nei nostri confronti durante il corteggiamento perché ci rifiutavamo di uscire con l’accompagnatore di turno, nonostante all’epoca fosse fortemente raccomandato.
Tuttavia, abbiamo sempre seguito le regole e ci siamo sposati vergini, anche se per noi questa regola non era strettamente importante. Anche da sposati, non eravamo liberi di decidere della nostra vita, nonostante lavorassimo entrambi e non chiedessimo aiuto a nessuno. Le interferenze della mia famiglia e dei miei suoceri tutti testimoni di Geova, si sono verificate ed erano pesanti… e in effetti, col tempo, abbiamo raggiunto un punto di rottura con entrambe le famiglie. Nel 2016, ho deciso, in tutta coscienza, di farmi crescere una barba ordinata… Ne ero orgoglioso perché mi donava molto: piaceva anche a mia moglie e in congregazione ricevevo i complimenti per il mio nuovo look. Nessun problema, direbbe una persona normale.
Invece una valanga di visite pastorali e consigli degli anziani non si è fatta attendere. Non passava adunanza senza che uno di loro mi facesse notare che non servivo Geova nel modo giusto, che ero come un moderno Esaù che barattò la sua primogenitura (privilegi di servizio) per un piatto di lenticchie (secondo loro la mia barba…).Fui messo da parte in tutto: i miei piccoli incarichi nei reparti mi furono revocati, non potevo fare discorsi se non leggere. Iniziò in me un lento… lentissimo risveglio: non riuscivo a capire come una semplice barba potesse attirare così tanto odio dall’organizzazione di dio, soprattutto perché non si trovava traccia nella Bibbia… Capii chiaramente che il divieto proveniva da una fantomatica circolare della Bethel, che gli anziani mi dissero che non avevo nemmeno il diritto di leggere!
Mi dissero che la cosa migliore sarebbe stata quella di tagliarla e vivere in pace, ma non ci riuscii. La mia voce interiore protestava al solo pensiero di chinarmi su una direttiva così idiota. Ben presto, nelle congregazioni vicine, io e altri fratelli barbuti come me, fummo identificati come ribelli, il che per noi divenne una sorta di orgoglio oltre che un peso da portare: eravamo ai margini della comunità, dove ci avevano confinati, ma per noi era un simbolo di libertà e di libero pensiero… davamo molto fastidio ad alcuni anziani perché non potevano schiacciarci, mentre altri provavano simpatia per noi e ci difendevano. Sembra ridicolo… ma in un gruppo ad alto controllo come quello di testimoni di Geova, anche una semplice barba può diventare motivo di divisione. Come sapete però, da marzo 2024, i testimoni di Geova di tutto il mondo hanno ricevuto il via libera dal Corpo Direttivo [cioè la leadership centrale dei Testimoni di Geova], tutti possono farsi crescere la barba e per molti che si sono prontamente adeguati, la barba è un must a tutti i livelli. Basta che te lo dica il Corpo Direttivo, puoi fare quello che ti dicono!
All’epoca, mia moglie cercava in ogni modo di farsi voler bene nella congregazione… era impegnata ovunque potesse dare una mano, era molto attiva nel ministero e studiava molto. Questo mi faceva sentire in colpa… perché io la stavo frenando: dicevano è lei la sorella con il marito barbuto.
Ma nonostante tutto quello che faceva, non era mai abbastanza per molti anziani e leggendo seriamente la Bibbia, cominciò ad avere molti dubbi sulle dottrine dell’organizzazione dei testimoni di Geova. Al tempo del COVID-19, ci fu un risveglio da parte di mia moglie e iniziò il suo percorso che l’ha portata prima ad allontanarsi dalla congregazione e poi alla disassociazione. Invece di cercare di aiutare mia moglie a “recuperarsi spiritualmente”, gli anziani vennero a trovarci con l’intento di indagare, dicendoci che la visita era per incoraggiamento. Nonostante mia moglie fosse attenta e non dicesse nulla di compromettente, due anziani furono incaricati di indagare e interrogarono alcune sorelle a lei vicine… tre settimane dopo, vennero a casa nostra per informarci della convocazione del comitato giudiziario.
Questo modo di agire degli anziani accrebbe i miei dubbi sull’organizzazione dei testimoni di Geova. Ragionavo e mi chiedevo: Ma gli anziani non avrebbero dovuto agire come pastori e cercare la pecora smarrita per riportarla all’ovile?
Perché questo atteggiamento inquisitorio nei suoi confronti e il silenzio assordante da parte loro quando denunciò le violenze subite durante l’infanzia?
Anche qui, tutti i fratelli sembravano uguali, ma in realtà alcuni erano “più uguali” degli altri. I mesi successivi alla disassociazione furono difficili come coppia perché, nonostante tutto, credevo ancora che ci fosse del buono e che la gestione degli anziani fosse il risultato di un malinteso e di un errore di singole persone.
Allo stesso tempo, vidi gli effetti dell’ostracismo [cioè l’obbligo di allontanamento da parte dei membri] che venne inflitto a mia moglie e iniziai a pormi ancora più domande. Con i riflettori puntati anche su di me (visto che ero etichettato come non abbastanza spirituale), gli anziani iniziarono a ronzarmi intorno per trovare motivi per avviare un’azione di comitato anche contro di me.
Così l’anno 2022 ho cambiato congregazione, dove ho trovato un’atmosfera più rilassata..e Più tardi ho scoperto il motivo. Uno degli anziani locali che era più in vista si era già risvegliato a questa realtà religiosa dal 2015, e stava cercando di fare tutto il possibile per rendere l’atmosfera accettabile nella congregazione, interponendosi tra l’organizzazione e i singoli fratelli cercando di invitare il corpo degli anziani alla moderazione. Questo anziano diceva cose strane dal podio… era come se stesse inviando segnali che io e pochi altri capivamo: stava cercando di svegliare quante più persone possibile, facendo leva sul nostro spirito critico e cercando di farci vedere le cose per come erano veramente.
Poco dopo, parlando con un amico che era diventato inattivo qualche mese prima, mi resi conto che nel corso degli anni era come se avessi arredato la mia stanza, e che la casa in cui vivevo come una prigione. Mi diede qualche spunto per aiutarmi a vedere le cose per come erano, dandomi suggerimenti su dove trovare informazioni. Iniziai a esaminare i “frutti” dell’organizzazione per capire se l’albero fosse sano o marcio. Inizialmente determinato a non bere da fonti “apostate”, mi imbattei nel caso 29 della Commissione Reale Australiana, in sentenze di condanna relative ad abusi su minori insabbiati dall’organizzazione, in inchieste giornalistiche su casi di abuso in Gran Bretagna, e a poco a poco mi misi a riesaminare le dottrine dei testimoni di Geova, rendendomi conto che erano errate sotto molti aspetti.
Fu un trauma considerevole, rendermi conto che gran parte di ciò in cui avevo creduto era stato semplicemente elaborato ad arte secondo interpretazioni della Bibbia poco condivisibili da parte di un gruppo di uomini in America.
Il 19 aprile 2024, durante quella che per me sarebbe stata la mia ultima Adunanza, ho commentato dicendo che, per il mio futuro, avrei sperato di fare i passi giusti, sperando di non deludere il mio Dio. Ho smesso di frequentare la congregazione e, a oggi, sono un inattivo. Pur avendo spiegato in modo chiaro e inequivocabile, con Bibbia alla mano, la fallacia delle dottrine che hanno proposto e anche se ho criticato aspramente i metodi che questa organizzazione, ad oggi gli anziani non hanno deciso di procedere contro di me. Essendo stato identificato come “apostata”, soffro ancora gli effetti di un moderato abbandono da parte dei membri delle congregazioni della zona in cui vivo, sebbene alcuni mi salutino e scambino qualche parola quando mi vedono. Molte amicizie che avevo si sono rivelate “condizionate” e a poco a poco stanno scomparendo… la mia fortuna è sempre stata quella di non privarmi dell’amicizia di colleghi di lavoro e compagni di scuola, che sono stati fondamentali nel non farmi sentire solo nel mio abbandono dell’organizzazione che dicevano fosse mia madre. Vorrei dissociarmi, chiarendo inequivocabilmente la mia posizione, ma, prima di tutto, sarebbe come riconoscere un potere e dare peso a questa organizzazione, che semplicemente credo non sia nulla e non può rivendicare alcun diritto su di me (vorrei davvero vedere se, davanti a un giudice, la mia adesione a questa associazione con questa organizzazione, avvenuta tramite il battesimo a 13 anni, potrebbe essere risultare valida…).
E poi, ho paura di come potrebbero reagire i miei genitori che sono ancora dentro ai testimoni di Geova … per il momento, non intendo metterli di fronte a una scelta tra me e l’organizzazione dei testimoni. Chissà in futuro, trascorrendo del tempo con me, spero che i miei genitori capiscano che quando si esce dal contesto dei testimoni di Geova e si inizia a prendere in mano la propria vita, non si diventa una cattiva persona… Vivo nella speranza che anche loro si sveglino, anche se probabilmente non accadrà mai.
Patrick
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