SALE DEL REGNO E SALE ASSEMBLEE UN PROBLEMA PER I TESTIMONI DI GEOVA

PERCHÈ LE SALE DEL REGNO E LE SALE DELLE ASSEMBLEE STANNO DIVENTANDO UN PROBLEMA PER I TESTIMONI DI GEOVA? COSA STA ACCADENDO?

Per comprendere meglio il punto dobbiamo pensare a quando l’organizzazione diede lo slancio agli investimenti immobiliari, una trentina di anni fa. Negli anni 80′ e 90′ del secolo scorso i prezzi degli immobili sono andati in rapida ascesa, così come pure i costi degli affitti. 
Nacque così l’idea (errata) che si potevano acquistare degli immobili, sfruttarli per alcuni anni senza dover pagare un affitto e poi rivenderli ad un prezzo ancora maggiore in un secondo tempo, qualora fossero emerse necessità di locali più ampi (o più piccoli).

Purtroppo però nessuno si accorse (tra gli sprovveduti membri dell’organizzazione) che si stava andando incontro ad una “bolla immobiliare”

Che cos’è una bolla immobiliare

La bolla immobiliare è una condizione economica per la quale si ha una crescita esponenziale del prezzo degli immobili, seguita da una pericolosa ricaduta che provoca gravi conseguenze per tutto il mercato a cui si riferisce, e non solo. Essa fa parte della categoria delle bolle speculative.

La bolla immobiliare è caratterizzata da 3 fasi ben precise e distinguibili:

Crescita: i prezzi iniziano ad aumentare progressivamente ma lentamente, ed in maniera non troppo prepotente.

Incremento: è il momento in cui la crescita dei prezzi è davvero consistente, quasi esagerata. Si tratta del culmine insomma, quello in cui si forma la vera e propria “bolla”.

Scoppio: crolla il valore di mercato che precipita drasticamente. Chi ha investito perde molto e le conseguenze per il mercato sono terribili.

Tutto questo è già accaduto in passato nel mercato immobiliare, non solo nel nostro Paese, e può verificarsi ancora.

Ma cosa succede quando scoppia la bolla immobiliare?

Nel momento in cui la domanda degli immobili cresce, aumenta di conseguenza il prezzo degli stessi. Gli speculatori approfittano della situazione e cominciano ad investire: gli immobili vengono acquistati ad un prezzo e rivenduti ad un costo ben più alto, provocando così un ulteriore incremento dei prezzi.

La domanda cresce ancora e l’offerta diminuisce, facendo lievitare ancora di più i prezzi degli immobili.

La drammatica conseguenza della bolla immobiliare è che il prezzo di vendita degli immobili non corrisponde per niente al loro valore reale. A questo punto la tensione che si crea è talmente insostenibile (culmine della fase di incremento) che la bolla scoppia.

Milioni di famiglie ed aziende non riescono a pagare i mutui e gli immobili vengono pignorati e requisiti dalle banche che tentano a loro volta di rivenderli ma senza successo.

I prezzi precipitano drasticamente generando effetti a dir poco devastanti sul mercato: crolla il numero delle compravendite, risulta difficile reperire gli acquirenti, aumentano gli immobili all’asta a causa della difficoltà nel pagamento dei mutui.

Chi ha investito acquistando un immobile potrebbe trovarsi nella situazione in cui il mutuo ha un importo molto più alto del valore della casa stessa.

Nel periodo 2008 – 2012 c’è stato questo “scoppio” della bolla immobiliare, dovuto in parte anche all’erogazione di mutui “subprime”* in diverse aree del mondo occidentale (e non solo).

(*I mutui subprime sono finanziamenti erogati a una fascia di clientela ad alto rischio di insolvenza. Sono prestiti presenti perlopiù nell’offerta di istituti bancari statunitensi. I mutui subprime prendono il nome dalla clientela a cui vengono concessi.)

Pertanto il valore di molti immobili si è “sgonfiato”. Milioni di famiglie ed aziende, non riuscendo più a pagare il mutuo degli immobili acquistati, hanno cercato di venderli, solo per scoprire che il loro immobile adesso valeva meno del valore che ancora restava da pagare.

Risultato? Le banche hanno dovuto pignorare o “riprendersi” milioni di immobili per i mutui insoluti, ma questi immobili adesso valevano meno dei soldi che gli istituti di credito avrebbero dovuto incassare dai loro debitori.

Per le sale del Regno o le Sale delle Assemblee dei Testimoni di Geova vi sono situazioni differenti.

Situazione 1

Alcune Sale erano state acquistate dalle congregazioni locali a caro prezzo, avendo sede nei pressi o all’interno di grandi città o metropoli. Alcune di queste sale, se non conformi alle mutate esigenze, potevano essere rivendute per essere trasformate in negozi ed uffici, ma il loro prezzo di acquisto era diventato molto più alto del prezzo di mercato, cioè prezzo al quale potevano essere rivendute.
Le congregazioni locali ci avrebbero perso una montagna di soldi.

Situazione 2

Altre Sale erano state costruite grazie a contributi erogati dagli stati alle confessioni religiose.

Alcuni terreni erano stati “donati” loro dalle istituzioni, il grosso della mano d’opera per costruirle era stata messa a disposizione gratuitamente dai “fratelli”, il loro reale costo era quindi basato per lo più dai prezzi di acquisto dei materiali da costruzione. Anche qui però i problemi non sono mancati.

La stragrande maggioranza di queste Sale, sopratutto quelle adibite alle assemblee, sono state costruite su terreni distanti da zone commerciali e residenziali. Rivendere queste strutture, spesso, è ben più difficile che rivendere una sala in una grande città.

Nella situazione 1 probabilmente si riesce a vendere, anche rimettendoci dei soldi, ma nella situazione 2 è davvero difficile avere compratori interessati. 

Queste sale possono valere meno del terreno su cui sono state costruite. 

Infatti, a chi può interessare un auditorium in aperta campagna? Se anche si volesse trasformare una Sala Assemblee in un capannone agricolo od industriale, bisognerebbe affrontare costose ristrutturazioni se non vere e proprie demolizioni preventive, che costano un sacco di soldi, per:

– ruspe e macchinari vari

– mano d’opera

– smaltimento dei detriti/rifiuti che costano un tot al quintale

Inoltre dopo la pandemia e con lo scoppio del conflitto in Ucraina, i materiali da costruzione sono aumentati fino oltre il doppio di prima.
E le normative sugli impianti sono diventate più stringenti.

Adesso servono certificazioni delle ditte abilitate per creare impianti elettrici ed idraulici e di riscaldamento. Non è più come negli anni 80′ e 90′. Per molti lavori NON è più possibile usare la mano d’opera inesperta e gratuita della fratellanza.

Inoltre i costi di gestione salgono, le bollette della corrente elettrica e quelle per il combustibile da riscaldamento (sia esso gasolio, gas o altro) continuano ad aumentare.

I credenti “bigotti” e disposti a farsi “spennare” economicamente sono molti meno che in passato.

Una religione può anche non scomparire, ma il malcontento non la fa certo prosperare, se si considera che tutto il denaro che serve per l’organizzazione deve provenire dal “povero” proclamatore che spera (pagando e servendo) di conquistarsi la vita eterna!

Tesimonidigeovachiedono

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