LA LIBERTÀ DI SCEGLIERE E DETERMINARE SENZA COSTRIZIONI O VISIONI APOCALITTICHE

“Il mio impegno nasce dalla voglia di aiutare il prossimo a non commettere i miei errori: ho vissuto la spiritualità come una coercizione mentale, ho subito forme di imposizione; una sottomissione che non può essere accettata in nome della libertà”.
Parole forti, quelle di Rocco Politi ex anziano della congregazione religiosa “Testimoni di Geova” che precisa:” Sono fuoriuscito da questa organizzazione: non mi muove lo spirito di rivalsa, bensì il desiderio di fare comprendere i meccanismi “perversi” che regolano da un punto di vista gestionale e organizzativo questo movimento – continua –
La mia non è una guerra di religione, ognuno ha il suo credo ma quando una dottrina finisce per “manipolare” ogni aspetto della propria esistenza allora si diventa schiavi di certe tendenze, succubi di fatalismi e verità di comodo; ero un robot con licenza di istruire alla paura attraverso previsioni catastrofiche o eventi travolgenti – aggiunge –
Avevo perso la forza di scegliere e di decidere, in nome di una verità frutto di una struttura appositamente costruita ed artefatta: non c’è bisogno di tradurre le scritture a proprio piacimento, a questo proposito ricordo un versetto cattolico tremendamente bello e vero: Il Signore ha posto la sua parola nel cuore di ogni uomo”.
Quella che il nostro interlocutore critica è la scala gerarchica della congregazione cui apparteneva:” La fede è altruismo, solidarietà e amore, invece ti ritrovi a scalare posizioni in una visione di puro egoismo in cui c’è spazio solo per chi la pensa come te e devi fornire la tua visione apocalittica della vita: tutto diventa paura, allora devi uniformarti perdendo controllo e consapevolezza”.
Il racconto di Politi è ricco di precisazioni: numeri e dati rafforzano il contenuto di quelle affermazioni, sono decine le persone che quotidianamente si rivolgono al suo sodalizio per ricevere aiuto e sostegno. Su questo punto, lo stesso chiarisce:” Nel 2013 ho dato vita a Quo Vadis aps, un’associazione di promozione sociale, per combattere queste atroci situazioni generate da movimenti in grado di influire negativamente nell’esistenza di un individuo: dottrine di vita che segnano la morte sociale di una persona che smarrisce a poco a poco il contatto col mondo in una visione di isolamento, in un mix di superbia e sudditanza nella convinzione di difendere una verità che in realtà è un’idea creata ad hoc.
C’è un aspetto che Politi rimarca:” In uno stato di diritto, non è possibile sia consentito a certe organizzazioni di operare agendo in un modo che provoca discriminazione e divisioni: pensate a quante famiglie vivono l’incubo di un fuoriuscito da movimenti gestiti in tale maniera, il disassociato è bersaglio di angherie e minacce che possono portare al suicidio di chi viene continuamente etichettato come cane schifoso, maiale fangoso, cancrena da estirpare e altro ancora – conclude –
Bisogna colmare attraverso un intervento legislativo ed istituzionale il vuoto normativo e non solo che è presente, non si può assistere a questo funerale quotidiano che è violenza psicologica e fisica: vendere il proprio animo, in nome di una verità che altro non è che un inganno in qualche modo tollerato, non può essere accettato”
INFO: Associazione Quo Vadis aps, Via Stradello San Marone 15 41126 Modena (MO) – Italia. Telefono 3921539014 email: quovadisaps@quovadisaps.com
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